mercoledì 12 dicembre 2018

la canditura a bassa temperatura


Fermo restando quanto scritto dal mio amico Emanuele sulla canditura, ho usato le tecniche descritte nel link per candire le arance ma ho usato uno strumento che ormai in molti hanno e che si trova anche sempre in più cucine: l'essiccatore.

L'essiccatore in questo caso mi è servito per tenere la temperatura costante, ma si può ottenere lo stesso risultato anche usando ad esempio un roner, come l'anova, per tenere a temperatura costante il bagnomaria.

Diciamocelo, fare i canditi è facilissimo a livello tecnico, ma è una rottura perché hai la pentola in giro per la cucina per una decina di giorni.

Grazie anche allo chef Dalicandro che si dedica a pieno regime a divulgazione delle tecniche di cucina con l'essiccatore, ho fatto il mio primo esperimento di canditura nell'essiccatore, con notevolissimi risultati.

In questa prima prova non ho seguito tutte le linee guida descritte nel link in cima, ma per queste scorze di arancia ho fatto solo l'ammollo di 4 giorni cambiando l'acqua due volte al di.

Dopo aver fatto lo sciroppo, ho messo tutto in un recipiente basso e largo. in questo caso erano 1,2 kg di scorze, per cui sono stati necessari 2,5 litri di acqua e 2,5 kg di sciroppo.

L'essiccatore non è grandissimo, quindi ho usato la vaschetta della friggitrice accuratamente pulita, che è bassa, larga e lunga ed entra perfettamente nel biosec!

Ho messo tutto in essiccatore impostando la temperatura a 60 gradi e le scorze sono risultate pronte a 71 brix in sole 60 ore!!!

Nel mentre avevo messo nel surgelatore i mandarini interi bucati, le scorze di arancia già ammollate, e li sto candendo. Vedremo a breve la differenza di risultati. Aggiornerò il post come saranno pronti.

venerdì 30 novembre 2018

Pizza in teglia e alla pala con acqua fermentata.


L'acqua fermentata è una cosa spaziale, non ti immagineresti che possa dare origine ad un prodotto del genere. Riesce a tirare fuori il meglio di tutti gli ingredienti.
L'unica nota a sfavore che trovo è la sua dolcezza. Devo provare a ridurre la quantità di zucchero nei rinfreschi.
Se volete avere una guida di come si crea l'acqua fermentata potete guardare sul mio forum preferito.

Per fare questa pizza realizzeremo una biga.

Biga
900 g di farina
425 g di acqua fermentata

La farina per la biga deve essere medio forte, io ho usato l'abbondanza accorciando il tempo di maturazione.
La biga va lasciata maturare a 18 °C per 20-24 ore, a seconda della forza della farina. Se avete temperature superiori vanno alternate con il frigo.
Più la temperatura sale, minore dovrà essere il tempo che sta a temperatura ambite.
Ad esempio avendo in casa 22 °C, ho lasciato maturare la biga 6 ore a temperatura ambiente, poi l'ho riposta per 12 ore in frigorifero.
Ecco come si presenta la biga a fine impastamento

L'ho lasciata riaccliamatarsi per 2 ore sempre a TA.
A questo punto si inseriscono il resto degli ingredienti

Ingredienti
100 g di farina integrale
330 g di acqua fredda
25 g di sale
20 g di olio di oliva

Si mette come al solito in vasca tutta la biga, la farina ed una parte dell'acqua e si fa incordare perfettamente. In tre volte si aggiunge la restante acqua, prima di terminare l'acqua va inserito il  sale, ed infine l'olio.

Ecco la massa a fine impasto


Si mette in un contenitore leggermente unto e si attende che la massa cominci la sua lievitazione.

Una volta che la lievitazione è partita si mette in frigorifero.
Fate attenzione che l'acqua fermentata soffre ferocemente il freddo.

Passate 48 ore, la massa dovrebbe aver raddoppiato il suo volume in frigo.

Si staglia e si formano i panetti, 500 g per la pala, 600 g per la teglia.
Si lasciano lievitare al calduccio per circa 4 ore in attesa del raddoppio della massa.

Il panetto pronto da stender


Si stende su semola rimacinata e si cuoce a circa 300 °C.

Ed ecco il risultato!







giovedì 29 novembre 2018

Pasta frolla sablè

Tra le varie preparazioni di base della pasticceria si annovera la pasta frolla.
Come per tanti altri prodotti, esistono diverse varianti della pasta frolla.
Oggi vedremo una delle basi della pasticceria.

La pasta frolla sablè.
Questa frolla è più friabile rispetto alla pasta frolla milano, per via del suo più alto contenuto di grassi. Di fatti, a differenza della milano, la sablè ha una più alta percentuale di burro e contiene al suo interno solo tuorli invece di uova. Quindi meno acqua e più grassi.
Al contrario della milano ha un contenuto di zuccheri inferiore.
Quindi a fronte di una maggior quantità di grassi, risulterà una lavorazione più difficile rispetto alla classica milano, soprattutto in ambienti caldi, ma ne gioverà la friabilità del prodotto.

Ingredienti
500 g di farina debole (autonomiaB nel mio caso)
300 g di burro
2 g di sale
1 g di vaniglia
1 g di zeste di arancia
1 g di zeste di limone
200 g di zucchero a velo (ZAV)
90 g di tuorli

Procedimento
Mettere nella ciotola della planetaria, munita di foglia K, la farina, il burro a brunoise (dadi di 1 cm), il sale, la vaniglia e le zeste.

Far girare per 2-3 minuti alla minima velocità fino a quando la farina non assume la consistenza della sabbia (sabbiatura della farina).

Inserire lo ZAV e far girare pochi secondi giusto il tempo di amalgamare.

Inserire i tuorli in una unica volta, far fare pochi giri alla macchina fino a che il composto non si è amalgamato.
Mi raccomando non va sviluppato il glutine.

Stendere tra due fogli di carta da forno o di pellicola trasparente, appiattire e mettere in frigo a riposare per almeno due ore.

Potete anche congelarla e conservarla nel freezer fino al necessità.

Quando la dovrete utilizzare, tirarla fuori dal frigo e cominciare a lavorare con il mattarello.

Cuocere a 170 °C per 20-25 minuti o fino a doratura.

E' perfetta come base per crostate che vanno farcite con creme e mousse, come ad esempio la cream tart.

giovedì 8 novembre 2018

Pasta da rosticceria

La pasta da rosticceria è uno di quei nomi che individuano una serie di prodotto con cui realizzare pizzette, calzoncini, danubio, panini, panettoni gastronomici, pancarrè e panbauletti.

La sua caratteristica è di rimanere morbido, leggero, croccante all'esterno e scioglievole all'interno.

Ho creato questa ricetta perché mi serviva un prodotto che si conservasse anche surgelato, lasciando inalterate le sue caratteristiche.

Un impasto che mi permettesse di avere una lievitazione "breve", ovvero che fosse pronto in poco tempo dopo l'impasto.

La biga serve appunto a "spingere" l'impasto verso una maturazione accelerata, donare un certo sapore e una certa acidità all'impasto e aumentare la shelf life del prodotto.

Il milk roux serve per donare sufficiente morbidezza, una maggiore shelf-life per evitare la retrogradazione degli amidi, quindi un precoce essiccamento della mollica causata dal lievito di birra.

La lecitina serve a mantenere inalterata la struttura anche dopo il congelamento.

Ed eccoci quindi alla ricetta, per 1 kg di impasto.

Biga
260 Farina abbondanza (W300-330)
117 acqua
2,6 lievito di birra fresco

La biga va impastata poco, non deve sviluppare il glutine, non deve essere omogenea e liscia ma deve essere grumosa. Si deve solo assorbire la farina. Solitamente va impastata tra i 2 e i 3 minuti.

La biga va fatta maturare per 20-24 ore a 18 gradi. Se non avete questa temperatura, procedete in questa maniera: tra le 2 e le quattro ore a temperatura ambiente, 3-4 ore se tra i 20 e i 24 °C, 2 ore se superiore ai 25 °C. Successivamente un riposo di 16-20 ore in frigo. Poi nuovamente fuori tra le 2 e le 4 come prima, a seconda della temperatura ambiente

Milk Roux
26 Farina abbondanza (W300-330)
130 Latte

Mescolare i due ingredienti dentro un pentolino, porre sul fuoco e portare a 68 gradi mescolando di continuo con una frusta. Se non disponete di un termometro da cucina, spegnete il fuoco quando vedete il composto che si addensa.
Riporre il composto in un contenitore e riporre in frigorifero.

Impasto
234 Farina abbondanza (W260-300)
26 Latte
60 Acqua
21 Zucchero
10 Sale
3 Lievito di birra
5 Malto
5 Lecitina di soia
53 Uova
47 Burro
Mettere in vasca tutti gli ingredienti, ad eccezione delle uova e del burro. Inserire anche il milk roux e la biga.

Avviare la macchina e far incordare alla perfezione. Se necessario perché l'impasto è troppo duro, inserire anche una parte di uovo.

Far assorbire l'uovo ed inserire il burro facendo attenzione che venga completamente assorbito.

Fare la prova del velo per vedere se l'impasto può essere tirato fuori dalla macchina.

Mettere l'impasto a riposare per una-due ore, a seconda della temperatura ambiente. Più sarà alta la TA, meno sarà il tempo di riposo.

Per le pizzette spianare con mattarello su di un piano infarinato, fino allo spessore di 5 millimetri.

Coppare con un coppapasta e riporre sulle teglie a lievitare.

Dopo una due ore (sempre a seconda della TA), cospargere di pomodoro, origano, olio e sale. Per le bianche solo olio e sale.

Io sono solito fare 4 buchetti sulle pizzette, utilizzando i due indici e i due medi, in modo che il pomodoro e l'olio si adagino dentro queste fossette.

Cuocere a 200 °C statico, per 12-14 minuti.

Per i panini fare pesi da 30 g, 100 per i buns da hamburger. Pirlare e mettere a lievitare.

Spennellare con un mix di uovo sbattuto e panna prima di cuocere.

Per il panettone gastronomico fare una palla del peso delle stampo e mettere a lievitare.





Qui ci sono due intrusi, fanno parte della preparazione della festa, aggiornerò le foto a breve!





martedì 23 ottobre 2018

Pizza alla pala con licoli e lievito di birra

La pizza alla pala (o in teglia) con licoli e lievito di birra

E' tanto tempo che non pizzavo, o meglio, è tanto tempo che non pizzavo per me. Per farmi una pizza come mi piace!

E quindi sabato preso dall'ispirazione ho rinfrescato il licoli 1:1 e lasciato a TA 4 ore.

La sera ho impastato, lasciato riposare 3 ore a TA 22 °C e messo in frigorifero per 16 ore. Stagliato e messo a lievitare.

Queste le dosi riportate alla farina

Farina abbondanza 100%
Licoli 100%
Acqua 80% sul totale della farina (licoli + farina)
Sale 2.5%
LDB 0,3% sul totale della farina.

Queste invece le dosi per 3 pagnotte da 550 g
Farina 600 g
Licoli 600 g
Acqua 420 g (300+120)
Sale 24 g
Lievito fresco 2,5 g

Come potete vedere si mette licoli e farina in pari quantità. Unica accortezza è che il licoli non sia acido, altrimenti vi rovinerà irrimediabilmente la pizza, e quindi anche il pranzo/cena.

Procedimento
Rinfrescato il lievito 1:1 (200 lievito, 200 farina, 200 acqua) e lasciato a TA per 3,5 ore.
Autolisi: mescolato tutta la farina con 300 g di acqua, avvolto con pellicola e lasciata a TA.
Impasto:
tutta l'autolisi, tutto il licoli, tutto il ldb. Fatto incordare e aggiunto tutto il sale.
Aggiunta anche la restante acqua in 3 volte incordando ogni volta.
Messo in contenitore cilindrico per 3 ore e poi in frigo.

Durante il riposo in frigo la massa ha raddoppiato.

Stagliato freddo e messo a lievitare per 4 ore a TA.

Cotto su pietra refrattaria con platea a 300 °C e cielo a 250 °C, alzato il cielo a 300 per gli ultimi 2 minuti.

Sfornato e messo a raffreddare su di una griglia.

Reinfornato 3 minuti a 250 °C prima di servire per renderla croccantissima!









martedì 16 ottobre 2018

Il panettone ... con le farine di un tempo (le farine di Umberto)

Il panettone.



English versionPer chi volesse discutere di questa ricetta, o avere chiarimenti in merito, metto qui il link al forum dove ci appoggiamo io ed altri esperti.

Si il panettone, quello che ad oggi tutti cercano di fare più carico di burro, più carico di tuorli, con più zucchero, con più sospensioni, con più di ogni cosa.... dimenticandosi di quelli che dovrebbero essere i veri sapori.

Si i veri sapori, in primis quelli della farina. La farina, che tutti ormai cercano sempre più forte, con sempre più glutine, con sempre più additivi e miglioratori.
Si perché ormai nessuno guarda più a come è fatta una farina, ma solo al W e al P/L. Come se fossero le uniche due cose importanti di una farina. Dimenticandosi, oppure non volendolo sapere proprio, come viene fatta una farina, come viene coltivato il grano, con quale cura vengono realizzati i prodotti che ogni giorno costituiscono la base della nostra alimentazione, senza voler sapere la provenienza dei grani con cui viene fatta la pasta, il pane, i biscotti o i cracker che mangiamo.
Per questo motivo da qualche anno sto invertendo la tendenza, cerco di prendere prodotti sempre più naturali possibili e possibilmente anche locali, coltivati nelle zone di pertinenza a Roma, adattando la cucina a quello che il territorio ci offre e non il contrario.

Grazie anche ad Umberto che ogni giorno ci mette anima e cuore, ogni giorno sabato e domenica compresa, perché la natura non lo sa che è domenica e che è il giorno in cui ti dovresti riposare.

Ed ecco perché ho deciso di realizzare il panettone proprio con le farine di Umberto, proprio per sfatare il mito che per fare il panettone servono farine super tecniche, farine che vengono dall'altra parte del mondo o da posti più remoti dell'EurAsia.

Per riscoprire i sapori di un tempo, basta appunto rispolverarli. Ecco come si fa.
Propongo la ricetta in due varianti.
La prima è in lievitazione mista, ovvero si usa lievito madre e lievito di birra in contemporanea.
E' facile da fare e si può fare in una giornata. Per chi è alle prime armi con il lievito madre è perfetta.
Non richiede grandi preparazioni del lievito madre ed è sempre un sicuro successo.
Unica pecca è che il lievito di birra tende ad asciugare leggermente l'impasto e la durevolezza del prodotto finale è più corta. Ma il risultato è eccezionale comunque.

La seconda invece è la classica ricetta del panettone a lievitazione naturale.

PANETTONE A LIEVITAZIONE MISTA

Lievitazione mista
Lievitino
30 g di farina
30 g di acqua
3 g di lievito di birra fresco o 1 g secco

1° Impasto
203 g di farina abbondanza
51 g di acqua
56 g di lievito naturale
71 g di zucchero
71 g di tuorli
57 g di burro

2° Impasto
51 g di farina
6 g di acqua
70 g di zucchero
33 g di tuorli
3 g di sale
70 g di burro

Aromi
99 g di uvetta
141 di arancia candita
zeste di una arancia
Zeste di un limone
Vaniglia

Procedimento
Si parte facendo un rinfresco al lievito madre (almeno uno va fatto!!!!) e si pone a lievitare a 27 °C. Dopo circa due ore, si prepara il lievitino (un poolish) con il lievito di birra e si pone a lievitare anche questo a temperatura ambiente. Dopo circa due ore il lievitino dovrebbe essere pronto, in contemporanea con il lievito madre. Il poolish si riconosce che è pronto quando comincia a collassare al centro.

Versare tutta le farine nella ciotola insieme all’acqua e al lievito madre ed unire anche il lievitino.

Avviare la macchina e far formare una palla liscia ed uniforme. Se l’impasto lo richiede, ovvero se dopo un paio di minuti non comincia a legare ma rimane ancora grumoso, unire circa un terzo dei tuorli a disposizione.

Effettuare la prova del velo per verificare l’incordatura.

Se l’impasto ha legato perfettamente, unire il secondo terzo dei tuorli e la metà dello zucchero.

Quando entrambi sono stati assorbiti e l’impasto ha ripreso corda, unire il resto dei tuorli insieme al resto dello zucchero.

Infine unire il burro in 3 volte, attendendo che sia stato completamente assorbito prima di unire il successivo.

A questo punto prelevate una pallina di impasto e mettetela in un contenitore trasparente per verificare l'effettiva crescita. Fate un segno sul contenitore dove arriva l'impasto appena inserito, ed un segno che indichi la crescita in volume del triplo (1+2).
Mettere a lievitare il primo impasto alla temperatura di 27° C.

L’impasto a lievitazione mista impiegherà circa 4 ore a raggiungere il triplo. Se non ha raggiunto il triplo durante le 4 ore, attendere fino al raggiungimento del triplo del volume iniziale.

Nel frattempo prepariamo la massa aromatica ed ammolliamo l’uvetta

Lavare molto bene l’uva passa, risciacquandola anche 4 o 5 volte. Lasciare in ammollo per circa 30-60 minuti. Quando l’uvetta sarà ben idratata, scolare e riporre in un recipiente chiuso. Volendo potete aromatizzarla in questa fase con qualche liquore, io ad esempio la aromatizzo con crema di limoncello e liquore all'arancia.

Grattare le zeste (scorza esterna) di arancia e limone, prendere circa 30-40 g di canditi dal complessivo della ricetta e tritateli a coltello finemente, prendere 30 g di burro e mettere tutto sul fuoco fino ai primi sfrigolii. Spegniamo il fuoco e versiamo il composto in un recipiente. Riponiamo il tutto in frigorifero a solidificare.

Quando il primo impasto è pronto, riporre il contenitore in frigo per circa 45 minuti, in modo che il primo impasto cali di temperatura.

Prepariamo nel mentre gli ingredienti del secondo impasto e riponiamoli in frigorifero o in freezer perché siano ben freddi al momento dell’utilizzo.

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Mettiamo il primo impasto in macchina insieme a tutta la farina e lasciamo girare fino a che non ha ripreso bene la corda. Effettuiamo sempre la prova del velo per verificare che la massa abbia una buona incordatura.

Inseriamo il primo terzo di tuorli insieme ad un terzo dello zucchero. Attendiamo sempre che sia stato sempre tutto assorbito facendo attenzione a non perdere la corda dell’impasto.

Continuiamo così fino a finire i tuorli e lo zucchero.

Quando è stato tutto assorbito inserire il sale.

Prendere il burro e dividerlo in tre parti, inserire un terzo per volta attendendo sempre che il precedente sia stato assorbito.

Quando tutto il burro è assorbito, poniamo la macchina alla minima velocità e inseriamo gradualmente le sospensioni, prima l’arancia candita e poi l’uvetta.

Quando entrambi gli ingredienti sono stati amalgamati, fermare la macchina ed estrarre l’impasto dalla ciotola.

Sarebbe consigliabile mettere l’impasto a maturare in frigorifero per 12-18 ore.
Se si sceglie questa strada estrarre l'impasto dal frigorifero ed attendere circa 90 minuti che torni a temperatura ambiente.

Dividiamo l'impasto nelle pezzature necessarie. Solitamente si mette circa un 5% in più di impasto rispetto alla capacità del pirottino (se da 1 kg metteremo 1050 g di impasto).
Effettuiamo a questo punto una prima pirlatura dell'impasto.Effettuare una seconda pirlatura e mettere a lievitare a 26 °C con l’80% di U.R. (Umidità Residua).

Quando l’impasto arriva al bordo, accendere il forno a 170 °C.

Lasciare nel mentre il panettone scoperto in modo che formi una pellicina sulla parte superiore.

Incidere, scarpare ed infornare il panettone.

Per la pezzatura da 500 g circa 45 minuti a 160-170 °C.

Per la pezzatura da 1000 g circa 55-60 minuti a 160-170 °C.

Sfornare a 95 °C al cuore o fare la prova stecchino. Sfornare quando lo stecchino è asciutto.

Inforcare il pirottino alla base e mettere ad asciugare il panettone a testa in giù per almeno 12 ore.
Se non si mette a testa in giù a raffermare la struttura, la massa collasserà su se stessa.

Insacchettare e lasciare chiuso per minimo 3 giorni in modo che gli aromi si sviluppino appieno.


PANETTONE A LIEVITAZIONE NATURALE


Lievitazione Naturale
1° Impasto
220 g di farina abbondanza
63 g di acqua
83 g di lievito naturale
77 g di zucchero
77 g di tuorli
62 g di burro

2° Impasto
55 g di farina abbondanza
19 g di acqua
61 g di zucchero
25 g di tuorli
3 g di sale
62 g di burro

Aromi
96 g di uvetta
138 g di arancia candita
Zeste di una arancia
Zeste di un limone
Vaniglia

Procedimento
Versare tutta le farine nella ciotola insieme all’acqua e al lievito madre.

Avviare la macchina e far formare una palla liscia ed uniforme. Se l’impasto lo richiede, ovvero se dopo un paio di minuti non comincia a legare ma rimane ancora grumoso, unire circa un terzo dei tuorli a disposizione.

Effettuare la prova del velo per verificare l’incordatura.
Se l’impasto ha legato perfettamente, unire il secondo terzo dei tuorli e la metà dello zucchero.
Quando entrambi sono stati assorbiti e l’impasto ha ripreso corda, unire il resto dei tuorli insieme al resto dello zucchero.
Infine unire il burro in 3 volte, attendendo che sia completamente assorbito prima di unire il successivo.

A questo punto prelevate una pallina di impasto e mettetela in un contenitore trasparente per verificare l'effettiva crescita. Fate un segno sul contenitore dove arriva l'impasto appena inserito, ed un segno che indichi la crescita in volume del triplo (1+2).
Mettere a lievitare il primo impasto alla temperatura di 27° C.

L’impasto a lievitazione naturale impiegherà circa 12 ore a triplicare il suo volume. Se durante le 12 ore non è ancora triplicato, attendere fino a che non abbia raggiunto il triplo, pena un ritardo nei tempi di lievitazione del secondo impasto.

Nel frattempo prepariamo la massa aromatica ed ammolliamo l’uvetta

Lavare molto bene l’uva passa, risciacquandola anche 4 o 5 volte. Lasciare in ammollo per circa 30-60 minuti. Quando l’uvetta sarà ben idratata, scolare e riporre in un recipiente chiuso.

Grattare le zeste (scorza esterna) di arancia e limone, prendere circa 30-40 g di canditi dal complessivo della ricetta e tritateli a coltello finemente, prendere 30 g di burro e mettere tutto sul fuoco fino ai primi sfrigolii. Spegniamo il fuoco e versiamo il composto in un recipiente. Riponiamo il tutto in frigorifero a solidificare.

Quando il primo impasto è pronto, riporre il contenitore in frigo per circa 45 minuti, in modo che il primo impasto cali di temperatura.

Prepariamo nel mentre gli ingredienti del secondo impasto e riponiamoli in frigorifero o in freezer perché siano ben freddi al momento dell’utilizzo.

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Mettiamo il primo impasto in macchina insieme a tutta la farina e lasciamo girare fino a che non ha ripreso bene la corda. Effettuiamo sempre la prova del velo per verificare che la massa abbia una buona incordatura.

Inseriamo il primo terzo di tuorli insieme ad un terzo dello zucchero. Attendiamo sempre che sia stato sempre tutto assorbito facendo attenzione a non perdere la corda dell’impasto.

Continuiamo così fino a finire i tuorli e lo zucchero.

Quando è stato tutto assorbito inserire il sale.

Prendere il burro e dividerlo in tre parti, inserire un terzo per volta attendendo sempre che il precedente sia stato assorbito.

Quando tutto il burro è assorbito, poniamo la macchina alla minima velocità e inseriamo gradualmente le sospensioni, prima l’arancia candita e poi l’uvetta.

Quando entrambi gli ingredienti sono stati amalgamati, fermare la macchina ed estrarre l’impasto dalla ciotola.

Mettere a puntare l'impasto in cella a 31 °C per circa un’ora.

Spezzare l’impasto nelle porzioni desiderate ed effettuare la prima prilatura.

Lasciate circa 20-30 minuti all’aria scoperto per far formare la pelle, dare una seconda pirlatura, effettuare la chiusura e mettere nel pirottino a lievitare a 27 °C in cella di lievitazione, con un 80% di U.R. (umidità residua).

Quando l’impasto arriva ad un centimetro dal bordo, accendere il forno a 170 °C.

Lasciare nel mentre il panettone scoperto in modo che formi una pellicina sulla parte superiore.

Incidere, scarpare ed infornare il panettone.

Per la pezzatura da 500 g circa 45 minuti a 160-170 °C.

Per la pezzatura da 1000 g circa 55-60 minuti a 160-170 °C.

Sfornare a 95 °C al cuore o fare la prova stecchino. Sfornare quando lo stecchino è asciutto.

Inforcare il pirottino alla base e mettere ad asciugare il panettone a testa in giù per almeno 12 ore.
Se non si mette a testa in giù a raffermare la struttura, la massa collasserà su se stessa.

Insacchettare e lasciare chiuso per minimo 3 giorni in modo che gli aromi si sviluppino appieno.

Se si intende mantenere il prodotto per lungo tempo, vi consiglio di dare una spruzzata con dell'alcool buongusto o del rhum o della vodka per evitare la formazione delle muffe.

Infine ecco le foto di tutto il procedimento.
 Incordatura del primo impasto

Prova del velo del primo impasto a lievitazione mista



Prova del velo del primo impasto a lievitazione naturale



Inserimento delle sospensioni


Massa pronta per essere porzionata


Prima pirlatura fatta

Massa a lievitazione naturale pronta


Tutti in cella a lievitare a 27 °C



Impasto a lievitazione mista in cottura


Panettoni appesi a testa in giu a raffermarsi.
 Panettone a lievitazione naturale cotto ed imbustato






Interno e mollica.